Mamma

“Avrai i suoi occhi e saranno troppo belli.
Occhi grandi, occhi che dormono. Occhi per i miei occhi.
Occhi per occhi nuovi.”

Il tempo per andare al mare è solo un parabrezza di immagini televisive: colori su colore, aria che entra dai finestrini, e il tuo ridere sereno per forza, che è stretto nella bocca semichiusa; lo sguardo davanti, sempre davanti. Sul tuo collo un filo di perle, e la cintura di sicurezza. Il sapore momentaneo di due labbra.

Mamma. Tu sei la mia mamma.

Non ti conosco tanto da predirti; ma ti riconosco. Eri tu, ad aspettarmi fuori dalla caverna. Il tuo abbraccio è troppo grande da rinchiudere nella tua ombra; il tuo corpo è una soffice nave spaziale per viaggiare sulla rotta di un suono caldo, la cui eco rimbalza anche nel mio petto, nella mia gola.

“Ci sei tu, qui per me.”

C’è un gatto che, attento, scava il silenzio nelle pause fra un tuo respiro, e il seguente.
Tu hai lasciato entrare evanescenti pensieri di dolore e di piacere, in una melanconia di ricordi di contatto con la pelle. I tuoi occhi invisibili, per ora non giocano ad escludere la luce intrappolata in stanze vertiginosamente concentriche entro i soliti percorsi, oggi così sicuri, domani così provvisori. I tuoi occhi invisibili, per ora creano da loro lineamenti confusi nell’ombra, ai quali rivolgere parole e speranze, preghiere e indulgenza.
Ti svegli in una stanza che non potrà crescere più di così: saremo noi a farlo, al posto suo.
Io imparerò la coordinazione dei passi, la grammatica dei miei pensieri.
Tu imparerai a guardare ben dentro le tue intenzioni, a cercare il senso degli effetti.

“Ninna nanna del soffio di vento
c’è chi è triste e chi è più contento
ninna nanna la canto alla luna
chi è allegro ha un po’ più di fortuna…”

So che ci sei.
Sento la tua grande mano su di me. Sento le forme dei tuoi polpastrelli scivolare via di continuo dal lato della mia fronte. Non conto più le tue carezze. Non conto più i miei respiri; respirare non è più una novità, ormai. Apro gli occhi, ho paura che ti possano aver portata via!
E tu ti volti. Le tue guance sono pesanti, il tuo animo leggero.
Vedo scendere scintillanti lacrime di felicità per me.

So che ci sei.

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