Post-umi

Non l’ho nemmeno riletto il mio post di ieri. Immagino che fosse abbastanza deprimente e squinternato… me ne scuso.
In realtà, se ignoro questi continui alti e bassi emozionali, non è un così pessimo periodo: voglio dire, non ho un serio malanno fisico, non posso dire di non avere amici che mi aiutano, e sul lavoro posso ammettere di ricevere anche delle soddisfazioni. Non è che ci sia effettivamente qualcosa che non va.
Diciamo che sono ancora un po’ “disperso”, se vogliamo. La realtà quotidiana mi assorbe in una nuvola di tante, piccole questioni materiali da risolvere. Molte di queste semplicemente le rimando… tuttavia, così facendo, mi ritrovo più in là con le medesime questioni di cui dovermi occupare, gravate però da un ritardo accumulato. E quante energie, allora, spese per rincorrere la soluzione! Ci si ritrova, poi, ad esercitare uno sforzo che non è costruttivo, ma difensivo, e con il rischio anche di isolarsi dietro le proprie barriere… bisogna avere la risoluzione di infrangerle, anche a costo di restare scoperti per un poco; o non si vive, se non per “superare l’assedio”.
Chi mi legge, se mai ci fosse qualcuno a farlo, si sarà stancato di queste mie chiacchiere che in fondo non parlano di me… me ne sto accorgendo. Mi vedo come un sordomuto che tenta di fare dei discorsi, intento a sciorinare versi addosso al silenzio, incapace di sentirsi e senza produrre così un vero messaggio [spruzzatore di parole].
Ora devo chiudere. Forse più tardi scriverò di qualcosa che mi è successo recentemente. Raccontare la vita, anziché descrivere le proprie melense aspirazioni…